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la natura del processo di soluzione | 271 |
studio delle velocità di reazione. Se noi moviamo dal presupposto: che tanto le molecole del solvente come quelle del corpo disciolto posseggano ancora delle valenze latenti, le quali possono entrare in azione con maggiore o minore intensità ed in numero variabile, a seconda delle condizioni esterne (pressione-temperatura) e della natura delle sostanze, che nella soluzione si trovano insieme, noi dovremo ammettere che, p. es., due corpi, i quali reagiscono tra loro e possono unirsi in un nuovo composto, vale a dire mettono in azione nuove valenze e sviluppano valenze latenti, possano entrare in combinazione tra di loro in diversi modi, ed in diverse quantità, come anche con velocità differenti, a seconda della natura delle molecole del cosidetto mezzo indifferente, tra le quali si trovano. In altre parole: ogni singolo solvente eserciterà un’influenza sulla capacità delle valenze dei due corpi reagenti, sia in rapporto al numero, come alla intensità di esse, poiché anche il solvente dispone di valenze latenti, le quali sono pure (a seconda della natura dei gruppi che nel solvente si trovano) diverse di numero e di intensità. Esaminiamo il caso più semplice, di una reazione che rimane sempre la stessa in ogni solvente ed è completa: è evidente che la velocità di reazione potrà avere i più disparati valori. Ed è appunto con la misurazione della velocità di una data reazione in diversi mezzi «indifferenti», che possiamo sperare di mettere in chiaro nel miglior modo il valore della attività di questi mezzi, e di dimostrare che in realtà questa indifferenza non esiste.
Non si può negare a Berthelot il merito di avere studiato, e per primo sottoposto a misurazioni, l’influenza dei solventi sulle velocità di reazione. Nel classico lavoro intrapreso da lui in collaborazione con Péan de St. Gilles: Recherches sur les affinités (1862) studiò anche il fenomeno di eterificazione da acido acetico ed alcool etilico: a) senza alcun solvente estraneo, b) in soluzione di benzolo e c) in soluzione di etere. Ne risultava che in soluzione eterea — rimanendo eguali: temperatura, tempo e concentrazione — la velocità di reazione era estremamente piccola, la quantità eterificata a mala pena svelabile e in ogni caso esigua, mentre in soluzione di benzolo la quantità di sale etereo formatasi era notevole; la massima velocità si raggiungeva però in assenza di qualsiasi solvente estraneo. I due sperimentatori soggiungono: «Ciò dimostra che ogni solvente modifica in un modo speciale la reazione