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la natura del processo di soluzione | 267 |
Pure, anche qui à ragione il vecchio aforisma: «Natura non facit saltus!» Non solamente l’acqua; essa non è niente affatto «un solvente eccezionale»; non è neppure vero che la dissociazione elettrolitica abbia luogo principalmente in soluzione acquosa; lo diceva Faraday nel 1883: «L’acqua è, in questo rapporto, solo una fra una serie molto numerosa di sostanze, e non l’unica, o la più caratteristica». Quegli altri solventi (organici) non sono poi assolutamente indifferenti verso i sali che essi possono disciogliere, noi anzi possiamo oggi sostenere che non c’è forse uno tra essi che non dia composti molecolari! Pensiamo un po’ ai composti dei sali con alcool, etere, esteri, chetoni e nitrili, ai prodotti di addizione con l’ammoniaca ed i suoi derivati; ai composti doppi del biossido di solfo», ecc. — Il potere che i mezzi non acquosi possiedono di scindere in ioni i sali disciolti fu studiato con particolar cura nell’ultimo decennio; e siano ricordati qui almeno i più noti ricercatori: Carrara, Dutoit, Kahlenberg e Lincoln, Cady e Franklin, Centnerszwer, e siano pure ricordate le estese ricerche da me fatte su numerosi mezzi di ionizzazione diversi dall’acqua. Se n’è potuto ricavare che la dipendenza annunciata da Thomson e Nernst, tra il potere dissociante dei medii e la loro costante dielettrica è applicabile nel senso più lato. Reciprocamente ci è dato quindi di prevedere dal valore della costante dielettrica, la tendenza a ionizzare che è propria ad un solvente; così per es. ciano- e nitrocomposti organici sono tra le sostanze dotate di elevata costante dielettrica e sono anche buoni ionizzatori per sali binari; solventi poi come l’acido cianidrico anidro, che à la costante dielettrica , l’acido solforico anidro con , la formamide con , devono oltrepassare anche l’acqua come solventi, — per quanto riguarda il potere dissociante verso gli elettroliti, — devono cioè provocare con maggior facilità la loro scissione in ioni.
IV.
La esistenza di un’azione chimica nei solventi che furono designati come mezzi indifferenti, si rende evidente anche per un’altra serie di fatti, e precisamente nella determinazione delle grandezze molecolari di sostanze disciolte mediarne i metodi osmotici. Ad illustrare l’asserto prendiamo il caso di