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fisica e della chimica generale del secolo XIX, compiute da fisici, da chimici, da fisiologi, o da medici, riguardano le soluzioni acquose; così: misure di solubilità, dilatazioni termiche, calori di soluzione, di neutralizzazione, di diluizione, misure di densità, tensione di vapore, punti di congelamento, problemi elettrochimici, fenomeni di diffusione e di osmosi, ecc. ecc., furono da prima quasi sempre ed esclusivamente studiati nelle soluzioni acquose. Ed è anche l’acqua che si unisce con molti sali per dare composti cristallizzabili; ed essa pure serve nelle reazioni analitiche, e decompone alcuni sali in soluzione, o gli idrolizza. Insomma quasi tutte le ricerche fisiche sui corpi in soluzione si fanno nel mezzo solvente, acqua, ed i chimici per parte loro constatano che l’acqua come solvente non è affatto inerte, ma agisce chimicamente. Tutto questo edificio si scompaginò in un attimo, allorché nel 1882 Fr. Raoult promosse lo studio di un gran numero di solventi diversi dall’acqua ed eseguì ricerche sulle soluzioni non acquose: ne risultò una serie di regolarità, che s’erano ricercate in vano nelle soluzioni acquose e poterono venir utilizzate praticamente nella determinazione di pesi molecolari, dei composti organici in particolare. Allora lo studio e l’utilizzazione dei solventi (organici) diversi dall’acqua ebbero il massimo favore presso gli studiosi: dal punto di vista chimico essi parvero scostarsi moltissimo dal solvente acqua. Questa specie di antagonismo si rese ancor più evidente quando J. H. van’t Hoff (1887) e Svante Arrhenius dotarono la scienza delle loro teorie della pressione osmotica e della dissociazione elettrolitica. Ed ecco infatti ancora le soluzioni acquose distinguersi nettamente da quelle non acquose, per un maggior numero di deviazioni dalle leggi che riguardano la pressione osmotica, mentre invece si rivelavano spesso ottimi conduttori della corrente elettrica. Ancora nel 1890 Ciamician poteva affermare che «la dissociazione elettrolitica à luogo principalmente in soluzione acquosa». E tre anni dopo Etard: «L’acqua per le sue proprietà fisiche e chimiche singolarissime è un solvente eccezionale. A nessun’altra sostanza può venir paragonata, perchè essa si combina con la maggior parte dei sali, allorché agisce su di essi come solvente.... I liquidi organici assai raramente formano dei composti con i sali, e qui è certamente la ragione per cui è così difficile di trovare tra questi ultimi dei corpi che siano contemporaneamente solubili in più solventi».