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È trascorso ormai più che un trentennio dacchè in Palermo si tenne l’ultimo Congresso degli Scienziati Italiani. Come la mitica valchirie, la nobile istituzione dopo il lungo sonno si desta e saluta il sole nuovo che le splende dinanzi.
Nel periodo da allora trascorso le condizioni materiali e morali d’Italia si sono profondamente modificate, mentre il pensiero scientifico universale si è svolto e maturato in modo rapido e sicuro. L’insieme dei fatti scientifici nuovi manifestatisi in questo pur così breve lasso di tempo ha rinnovellato, in una con le abitudini della vita, l’indirizzo generale della cultura, ed h sviluppato e consolidato un sentimento tutto nuovo, moderno e originale, che chiamerei sentimento scientifico, il quale domina beneficamente la nostra epoca, come altre forme non meno universali di sentimento hanno dominato in epoche passate. Questo sentimento, che ormai pervade ogni manifestazione di vita sociale, patrimonio così dei grandi come degli umili, è frutto della genialità degli spiriti più eletti a cui si devono le grandi scoperte e le grandi idee, e della feconda attività pratica della intera società odierna, che indefessamente le applica. Alla sua opera animatrice si deve oggi il risveglio delle più sane e vitali energie. È desso il giovine eroe al cui appello risorge anche l’antica nostra Associazione.
- ↑ Quest’articolo riproduce integralmente, salvo i ringraziamenti di prammatica, il discorso con cui il presidente Vito Volterra ha inaugurato il 1° Congresso della Società italiana per il progresso delle Scienze (Parma, 23 settembre 1907).
[N. d. D.]