Pagina:Rivista di Scienza - Vol. II.djvu/213


analisi critiche e rassegne 205


la ricerca intrapresa è stata assai forte per l’Autore, e lo sarebbe del resto per chiunque: pur confessando egli che la completezza sul riguardo non possa essere raggiunta, ma considerando l’alta importanza della quistione, ha voluto abbordarla per cercare di portarvi quella luce possibile, ed ha presentato al pubblico il primo volume, frutto di ricerche prolungatesi oltre cinque anni.

L’Autore richiama frequentemente sulla sua autorità i costumi e le idee prevalenti fra gli indigeni del Marocco, fra i quali egli soggiornava per ben quattro anni, allo scopo di studiare le connessioni da lui avvertite in genere fra le opinioni morali e le credenze religiose e magiche: i dati antropologici raccolti da lui, oltre che servire per la presente opera, formeranno materia di una speciale monografia sulla religione e sulla magia degli indigeni del Marocco, che l’Autore pubblicherà in seguito.

Questo primo volume è diviso in ventisette capitoli: noi ne metteremo in rilievo i punti capitali ed i principali argomenti trattati.

La trattazione incomincia con una ricerca di indole psicologica.

I giudizî morali hanno una origine emozionale, anzi i concetti morali nella loro essenza sono generalizzazioni di tendenze in certi fenomeni ad evocare emozioni morali. L’Autore qui tratta della pretesa universalità od obbiettività dei giudizi morali, della teoria secondo la quale questi deriverebbero ogni loro importanza dalla ragione «teorica» o «pratica»; egli sostiene chela nostra tendenza ad obbiettivare i giudizi morali, da una parte non è sufficiente fondamento per riferirli alla ragione, d’altra parte è dovuta alla uniforme natura della coscienza morale. A questo proposito il Westermack molto opportunamente ed assai giustamente distingue l’oggetto proprio dell’etica scientifica, che è lo studio della coscienza morale come un fatto, dall’etica normativa che fìssa le regole per l’umana condotta. Ne viene che la ricerca tutta dell’Autore rientra nel campo dell’etica scientifica, e non in quello dell’etica filosofica.

Continuando il Westermack distingue due specie di emozioni morali: quelle di disapprovazione od indignazione, e quelle di approvazione: le une e le altre retributive, le prime formano una sottospecie di risentimento, le altre una sottospecie di emozione benevolmente retributiva. L’Autore investiga in che consista il risentimento, e sostiene che nel corso della evoluzione mentale la direzione della reazione ostile che accompagna la disapprovazione morale sia divenuta più apparente, mentre il carattere aggressivo di essa si sia andato sempre più trasformando; quanto all’emozione benevolmente retributiva, l’Autore la studia anche presso gli animali, ne investiga la mancanza di discriminazione che spesso si rinviene in essa, ecc. Seguitando la ricerca sulla natura delle