Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
200 | rivista di scienza |
cemente che un dato fatto avverrà, o non avverrà — e le previsioni che si potrebbero qualificare come «condizionali», asserenti invece che un dato fatto avverrebbe, o non avverrebbe, nel caso che un dato altro fatto avvenisse o non avvenisse.
L’importanza di questa distinzione, in riguardo alle scienze sociali, dipende dal fatto che, solo mediante essa si può giungere a riconoscere come l’apparente irregolarità e indeterminazione dei fatti storici e sociali sia compatibile col sussistere per essi di leggi e di uniformità di coesistenza e di successione non meno costanti e inflessibili di quelle che si manifestano nel campo dei fenomeni fisici o meccanici.
Il Limentani insiste nel far rilevare come, anche per le scienze che hanno per oggetto il mondo materiale, a cominciare dalla stessa astronomia, quando si parla di previsioni sicure, basate sulla conoscenza di leggi «necessarie», si pecca d’inesattezza. Una legge, per quanto inflessibile, in quanto non può affermare altro che questo: che ogni volta che si presenta un dato fatto qualche altro ne consegue, non abilita per sè sola a prevedere alcunchè. Essa c’informa soltanto che, se noi fossimo sicuri che un dato fatto avvenisse o fosse avvenuto, noi saremmo anche sicuri che ne avverrà, o che ne sarà avvenuto, un altro, ma non ci informa minimamente della maggiore o minore probabilità che il primo fatto si avveri, o si sia avverato.
Le leggi non sono, in altre parole, che delle specie di macchine che servono ad utilizzare certe date previsioni, o conoscenze, per ottenerne delle altre; esse non ci fanno prevedere nulla se non in quanto noi prevediamo, o sappiamo, già qualche cosa indipendentemente da esse.
Dal che segue che l’incapacità di arrivare, in un dato campo, a delle previsioni sicure e a delle determinazioni precise del corso futuro dei fatti studiati, non può affatto essere addotta come una prova dell’assenza, in tale campo, di leggi, o del non valere, per esso, il «principio di causalità». Tale incapacità può infatti anche dipendere da circostanze di tutt’altra indole, per esempio dalla difficoltà di constatare, in ciascun caso speciale, se siano o no presenti tutte le condizioni richieste, perchè ad esso si possa ritenere applicabile una data legge o norma di previsione, oppure dall’impossibilità di isolare o proteggere date successioni di cause ed effetti dall’influenza di circostanze perturbatrici, appartenenti ad altre successioni, parallele ed indipendenti, di cause e di effetti.
Il primo caso potrebbe essere rappresentato dallo stato in cui si troverebbero le scienze mediche se il loro studio, pure conducendo alla precisa determinazione di efficaci modi di cura delle varie malattie, non riuscisse a dare che delle indicazioni mal sicure o fallaci per quanto riguarda la loro diagnosi.