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analisi critiche e rassegne | 197 |
precisamente la corrispondente tendenza dell’energia vitale, in seguito a determinate trasformazioni energetiche, alla propria espansione, allora ogni ostacolo, che, entro questi limiti, si opporrà al processo vitale, creerà le condizioni atte a determinare, talvolta persino col ravvivare il processo stesso ancora maggiormente, il suo equilibrio dinamico nuovo, il suo adattamento all’ambiente.
Così, per quanto certo non ancora completamente spiegabile, non ci apparirà però più una proprietà del tutto misteriosa e speciali, dell’organico il vedere, p. es., come nei punti soggetti a pressione o a trazione di certi tessuti, questa pressione o trazione, costituente forse dapprima un ostacolo, possa trasformarsi, invece, come c’insegna la struttura delle ossa o l’ingrossamento dei gambi di certi frutti pesanti, in uno stimolo trofico vero e proprio (Roux); o come le cellule dello strato superficiale di certe foglie o dell’epidermide animale, sottoposte pel clima troppo secco a troppo forte evaporazione, o portate in una contrada più fredda, possano resistere e adattarsi, col modificare convenientemente il proprio processo vitale, anche a queste condizioni ambientali sfavorevoli.
Ciò che, invece, anche con questi esempi meccanico fisicochimici, non si può comprendere neppure all’ingrosso, è, ripetiamo, l’anticipazione con cui l’organismo si dispone per un equilibrio dinamico futuro.
Qui fa d’uopo ricorrere ad una proprietà nuova, del tutto caratteristica dell’energia vitale. Proprietà nuova, che sembra consistere in questo: che ciascuno stato di equilibrio dinamico, nel cedere il posto a un altro, lascia sempre traccia di sè, nel senso che nei diversi punti, ciascuno già attraversato da una corrispondente specificità di energia viva, ora sostituita da un’altra, viene lasciata come un’accumulazione della stessa energia specifica allo stato potenziale. Ne consegue, che il ritorno allo stato attivo del sistema dinamico n. 1 può venire «svincolato» dal ripresentarsi di una porzione soltanto, anche minima, delle condizioni o stimoli esterni, dai quali questo stato n. 1 era stato provocato originariamente; porzione, che spesso non fa che precedere il ritorno integrale anche delle condizioni esterne restanti.
Tale possibilità di «svincolamento» d’uno stato dinamico per opera di una porzione soltanto delle condizioni esterne che dapprima lo originarono, è precisamente quella proprietà mnemonica, fondamentale e primordiale di tutta quanta la sostanza vivente, che l’Hering e il Semon hanno contribuito meglio degli altri a mettere in evidenza. È dessa, precisamente, che dà a tutti i fenomeni vitali, — dai fenomeni mnemonici propriamente detti