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l’origine delle città nel medio evo 173

L’autorità temporale e la ecclesiastica risiedono molto frequentemente in una medesima città, la quale ne subisce un doppio incremento. Così le città vescovili dell’Italia settentrionale erano insieme sedi dei duchi dei Longobardi, e più tardi dei conti Francesi. Tali Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo, Milano, Pavia, Parma, Piacenza, Modena, Mantova, Torino1 e altre. Similmente in Germania le «Civitates» del tempo dei Carolingi furono anche sedi del Gaugravio (giudice regionale) e del giudizio di contea2.

È noto che le «città palatine» in Germania furono anche sedi vescovili, come naturalmente lo furono del pari le grandi città dell’Inghilterra e della Francia. In Amburgo, per es., risiedevano nel secolo XI l’arcivescovo e il duca di Sassonia3; in Amsterdam il vescovo e i signori dell’Amstel4; in Ypres il vescovo e i grandi di Fiandra5, ecc.

Abbastanza spesso, (e anzi là, dove ciò era possibile, cioè nel campo dell’antica civiltà, si può dire di regola), le residenze dei principi medievali si trovavano nel dominio delle città già abitate dai Romani. Di qui si è voluto trarre la conclusione, che l’importanza delle città medievali fosse stata determinata in qualche modo dal loro passato nell’epoca romana. Esse sarebbero diventate di nuovo «sedi della vita civica» perchè lo erano già state una volta. Questo naturalmente è falso. Le città romane avevano da lungo tempo perduta la loro importanza come città, allorchè nel Medio Evo

    Finora la storia delle città parlava di città vescovili solo nel primo senso, e dal punto di vista della storia costituzionale delle città si ha ragione di fare così. Ma, per la genesi della città, è affatto indifferente se il vescovo fu mai signore della città, o no. Firenze, dal punto di vista storico è eminentemente «città vescovile», poichè fu per eccellenza il vescovo che innalzò Firenze a potenza e ragguardevolezza, a città grande e ricca. Eppure Firenze non fu mai generalmente una «immunità». La sua costituzione divenne subito da feudale, comunale. - V. Davidsohn, Gesch. von Florenz, 1-336.

  1. H. Pabst - Geschichte des Longobardischen Herzogtums, nelle Forschungen zur deutschen Geschichte, (1862), IX-437 e s. — Bethmann-Hollweg, Ursprung der lombardischen Städtefreiheit, (1846), pag. 66, 77 e segg.
  2. Rietschel - Civitas, 94.
  3. «Basilica eadem ex una parte habuit domum episcopi, ex alla praetorium ducis» Adam Brem 2, 68, cit. da Maurer 1, 63.
  4. F. Tez Goner - Geschiedenes van Amsterdam, 1, (1879), 43 segg. — Giesbrecht III: «Herrn Komt regt erstitet sac. Stichter van Amsterdam».
  5. A. Vanderpaereboom - Ypriana, 3, (1880), 94 segg.