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la morte 125


cellule è divenuto nullo o minimo, non appena il fenomeno di cui si tratta abbia raggiunto un certo grado di intensità.

Abbiamo dunque riconosciuto che le conseguenze del nostro modo di vedere sono, per quanto si sa, giustificate dai fatti. Fino dalla nascita cominciano quei fenomeni che, quando si trovano aumentati nei vecchi, si chiamano fenomeni di vecchiaia. La vita dell’uomo e degli animali non è quella parabola che il volgo crede, se non per certi effetti complessivi, che sono somma di fatti e di variazioni numerose. I fenomeni intimi della vita cellulare variano con movimento progressivo in un senso, ma con leggi differenti, sì che possono produrre in alcuni fenomeni variazioni resultanti che nel loro decorso mutano di segno.

Questo carattere di indole generale dell’individuo differenziato, che tende ad invecchiare ed è destinato a morire, ci conduce ora a tornare a quel punto, in cui dicevamo che la necessità della morte negli organismi più evoluti va d’accordo sia col maggior differenziamento, sia colla diminuzione del potere assimilatore. Abbiamo visto che i singoli fatti di invecchiamento, i quali cominciano fin dal principio della vita, corrispondono sempre a questo concetto della diminuzione di potere assimilatore, onde, mentre da un lato constatiamo nell’evoluzione ontogenetica e filogenetica la stessa diminuzione, dall’altro mettiamo in relazione la distribuzione della necessità della morte con questa diminuzione, nella filogenesi, e la comparsa della morte nell’individuo, con questo stesso fatto nell’ontogenesi.

Naturalmente la nostra discussione ha un senso anche prescindendo dalla teoria dell’evoluzione delle specie (nella quale per parte mia credo fermamente). È evidente che basta modificare di poco la dizione dei ragionamenti fatti per eliminare il bisogno di ricorrere alla teoria evolutiva. Laddove dicevamo «progressivo differenziamento morfologico» converrà dire: «stato di differente complessità organica nei diversi organismi viventi»; non per questo mutano in nulla le coincidenze constatate tra l’attività sintetizzatrice, «la complessità organica» e la necessità della morte. Soltanto, l’opera della natura ci appare più grandiosa quando, partendo dal concetto dell’evoluzione, ci immaginiamo di assistere al progressivo e contemporaneo svolgersi di questi fenomeni.