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le misurazioni fisiche e la teoria degli errori | 5 |
spazio), le indagini sul modo di distribuzione delle stelle nello spazio, e simili.
III.
Noi chiamiamo, per semplicità, (come si suole nella teoria matematica degli errori) osservazione un numero dedotto dall’osservazione o dall’esperimento, portati, quella o questo, sopra un ente naturale: esempï: la lunghezza d’una linea materiale data da un comparatore, l’altezza di un astro sull’orizzonte letta sul cerchio di un circolo zenitale, la differenza piccolissima di due pesi indicata dallo stilo di una bilancia, la deviazione di un amperometro, un tempo di reazione nervosa, la statura di un uomo, il numero percentuale di analfabeti di una regione.
Per conquistare una posizione solida o relativamente stabile nel campo delle conoscenze naturali, vogliam dire per fissare dei valori e per mezzo di questi delle probabili leggi fisiche, noi abbiamo a nostra disposizione l’esercito delle osservazioni. Esercito di ben differente costituzione nei varii casi, a partire dall’orda rozza, incosciente, indisciplinata alla quale solo il numero strabocchevole, può dar la vittoria, fino al piccolo nucleo di valorosi, concordi nell’azione, rotti a tutte le arti della guerra, forti nell’anima e nel corpo. Noi supponiamo, per ora, che l’esercito sia omogeneo; questo non vuol dire che i varii soldati siano stati, uno ad uno, esaminati e riconosciuti di eguale attitudine e valore, cosa impossibile; ma semplicemente che la coscrizione sia fatta in uno stesso paese e in una stessa epoca, che non vi sia, insomma, commistione di due o più classi di valore presumibilmente diverso.
Per uscire di metafora, noi supporremo di avere a nostra disposizione una classe di osservazioni che, a priori, possano ritenersi di egual precisione, e per questo basta che siano eseguite dalla stessa persona o da persone di eguale perizia, collo stesso istrumento o con istrumenti di egual pregio, in circostanze non sistematicamente diverse; in modo che non vi sia una ragione preventiva per prestar maggior fede all’uno che all’altro dei risultati delle singole osservazioni.
IV.
In una classe di osservazioni così fatte noi, innanzi tutto, necessariamente ammettiamo escluse le ragioni o cause siste-