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la morte 113


alle condizioni esterne la mancanza di formazione dei germi, alla quale mancanza potrebbe andar connessa una potenziale immortalità.

Negli animali superiori, in quelli che non si riproducono mai per scissione ma solo per via sessuale, esiste un corpo che sembra sia in tutti destinato a morire, per quanto la vita di un serpente o di un pappagallo possa esser lunghissima. Weismann ha introdotto il concetto della continuità del plasma germinativo, il quale attraverso ai varî individui che si succedono nelle generazioni verrebbe ad avere una specie di immortalità potenziale, simile a quella dei Protisti.

È vero che moltissimi germi vanno perduti, anzi i germi sono tanti, che impossibile sarebbe si potessero sviluppare tutti; tanto più che essi non sono in ugual numero nei due sessi. Così in tutti i mammiferi, mentre sono assai scarsi in numero i germi femminili, le uova, i germi maschili o spermatozoi, che devono unirsi in numero di uno solo per ciascun uovo, si contano a milioni e milioni. Da questo deriva che la natura condanna a morte anche buona parte del plasma germinale, non solo per la mancanza di condizioni esterne che possano permettere lo svolgimento di tutti i germi (come nei Protisti non tutti gli individui che nascono per scissione trovano modo di sopravvivere); ma bensì ancora per una causa interna, propria della specie stessa, per la disuguaglianza numerica dei germi dei due sessi. Tutto questo però non toglie che si debba riconoscere nel plasma germinativo una potenzialità di sopravvivenza indefinita, la quale non è posseduta in nessun modo dal resto del corpo. Esiste questa potenzialità, nel senso che la sostanza germinale non muore quando per lei si verifichino certe condizioni, mentre per il plasma somatico non vi sono condizioni di sorta, le quali possano assicurargli la eterna sopravvivenza. Come nei Protisti, la immortalità del plasma germinativo, è una continuità di sostanza vivente, non però una immortalità di individui.

Negli animali dunque (esclusi i Protozoi) si riscontra sempre la morte naturale degli individui; soltanto in alcuni dei più bassi nella scala zoologica potrebbe essere altrimenti — ma la cosa è ancora incerta.


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