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La questione dei Protisti non è però esaurita, con questi concetti del Weismann. Un altro elemento è apparso importante nella biologia di questi esseri, e tale da complicare molto la questione. Il Maupas (Arch. de Zool. expérim. 1888-89) ha sostenuto la necessità della coniugazione negli Infusorî, e la morte degli individui ai quali le condizioni sperimentali permettano solo di propagarsi per scissione. Sono state descritte come fenomeni di invecchiamento le alterazioni precedenti a questa fine, ritrovate anche da parecchi autori, p. e. dal Calkins. Questi però le vinceva, anzichè colla coniugazione, mediante l’azione di speciali stimoli chimici o fisici. Si deve considerare questa fine delle culture degli Infusorî come una morte naturale? Il Metchnikoff (nel suo libro Disarmonie della natura umana, traduz. ital., Pallestrini, Milano) non è in ogni caso di questo parere, perchè considera la suddetta fine come prodotta da quelle nocive condizioni, le quali impediscono la coniugazione nello stesso modo che muore un individuo privato del cibo. Ma a questo si può ancora rispondere che la coniugazione è accompagnata, come ogni forma di fecondazione, dalla distruzione parziale dei nuclei che si uniscono prima che l’unione si compia; onde si potrebbe riscontrare qui un fenomeno di morte naturale.
Il problema ha però una soluzione più radicale, in quanto la coniugazione non è necessaria per la vita della specie. Io credo di aver portato le prove che la specie si propaga altrettanto bene colla sola scissione, quanto se la coniugazione intervenga, ed all’infuori di qualsiasi azione stimolante. Noi non possiamo certamente affermare l’inestinguibilità di una specie, in un periodo di tempo indefinito, ma quello che ci preme a questo riguardo è di stabilire che — coniugazione o no — il valore delle prove di una simile inestinguibilità, è esattamente lo stesso. E questo è ormai stabilito. Anzi, in un caso speciale, nelle Vorticelle, il peduncolo contrattile, che non si divide quando da un individuo se ne producono due, ma resta ad uno dei discendenti (l’altro lo riforma), si può conservare tanto a lungo quanto si mantengono buone le condizioni della cultura d’esperimento. Per dare un’idea di ciò che può significare il mantenersi di questo peduncolo intatto per più di 50 generazioni, si può fare un paragone un poco grossolano, e dire che questa persistenza potrebbe corrispondere alla sopravvivenza di un braccio o di una gamba umana, la quale