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le misurazioni fisiche e la teoria degli errori | 3 |
sostituita una definizione sperimentale: la media dei risultati di un certo numero di misure. Quando il fisico misurando oggi e poi domani e poi un altro giorno, e così via, la differenza di lunghezza di due prototipi lineari, e ogni volta non contentandosi di una sola osservazione ma di parecchie, per guarentirsi dalle cause momentanee ed accidentali di errore trova nei varii giorni delle medie costanti (o differenti per quantità trascurabili), egli assume quella media come misura della vera differenza dei due prototipi. Quando due astronomi in due luoghi differenti paragonando fra loro, in tante serate successive, i passaggi di stelle pei rispettivi meridiani, trovano per le varie notti una differenza media sensibilmente costante fra le indicazioni dei loro orologi, questa differenza, corretta, s’intende, dall’effetto di cause note di errore, si assume come misura della differenza di longitudine.
Una tale definizione empirica delle grandezze fisiche è senza dubbio convenzionale. Il ripetere le misurazioni in circostanze identiche porta in generale a valore medii fissi, in quanto che le piccole e variabili cause di variazione tendono, nelle medie, ad elidersi mutuamente; ma niuno ci assicura che il nostro metodo d’osservazione non porti in sè qualche difetto ignorato e introduca costantemente nei numeri osservati qualche cosa che non appartiene all’oggetto misurato, e che in avvenire nuovi metodi, nuovi istrumenti, nuove nozioni teoriche non ci possano condurre, in modo concorde e costante, a valori fissi differenti da quelli che oggi ci sembrano tali, e che, in mancanza di meglio, riguardiamo come valori veri.
II.
Gli studï statistici sono stati più volte oggetto di acerbe censure; talune vaghe e generali mosse da spiriti impazienti di ogni ricerca numerica, altre più precise rivolte contro le conclusioni affrettate di osservatori superficiali. Ma, se l’abuso e l’imprudenza vanno giustamente criticate, le accuse generali contro la statistica non hanno senso: tanto varrebbe negare il valore delle scienze di osservazione in generale. Possiamo dire anzi che i procedimenti logici che elaborano i dati delle osservazioni e degli esperimenti fisici non sono che ricerche statistiche, in un senso estremamente generalizzato della parola, se riflettiamo che la definizione sperimentale, di cui testè si