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il concetto di specie in biologia | 85 |
Delle forme attualmente esistenti si trovano resti fossilizzati soltanto nelle formazioni geologiche più recenti: ma a misura che ci allontaniamo da queste e andiamo a scavare gli strati più antichi, vediamo successivamente cambiare l’aspetto della fauna e della flora terrestre, e tanto più le troviamo differenti dalle presenti, quanto più antiche sono le rocce fossilifere. La conchiusione inevitabile cui dobbiamo arrivare è che molte forme si sono andate estinguendo, e molte altre ne sono successivamente comparse sul nostro pianeta. Della possibilità dell’ estinzione di alcune specie ne abbiamo la sicurezza anche entro il breve periodo storico dell’umanità; alcune forme noi vediamo tuttora gradualmente tendere a scomparire.
Ma, a memoria d’ uomo, non sembra esservi nessuna sicura prova dell’origine di alcuna «nuova» specie. Certa cosa è però, che nuove specie, anzi addirittura nuovi grandi gruppi di esseri si sono originati durante la formazione della crosta terrestre. Questo fatto non poteva mettersi d’accordo col dogma linneano, nè con quello biblico della creazione del mondo. Il Cuvier, che fu anche il fondatore della paleontologia, tentò, com’è noto, di conciliarli con l’ipotesi dei cataclismi e delle ripetute creazioni; la vita, secondo questa ipotesi, sarebbe stata a grandi intervalli distrutta sulla nostra terra, e poi di nuovo creata in nuove forme.
Quest’ ipotesi, com’è noto, non trovò nessun appoggio nei fatti geologici a misura che questi furono meglio studiati e interpretati, grazie, soprattutto, alla classica opera del Lyell, e dovè cedere il passo a quella conosciuta sotto il nome di trasformismo, la quale, preparata di lunga mano, aveva trovato molti avversari e pareva essere stata completamente debellata dall’anatema lanciatole dal Cuvier, sotto l’egida della cui grande autorità fu ristabilita la fede, per poco scossa, nella immutabilità della specie. Non mi sembra necessario di rifare qui la storia, del resto conosciutissima, del trionfo e della divulgazione del trasformismo per opera del Darwin, nè l’esposizione della dottrina che da lui prese nome.
Il risultato della rivoluzione iniziatasi con la pubblicazione dell’«Origine delle specie» fu, se vogliamo usare un’espressione ora di moda, una trasmutazione dei valori sistematici, in base all’idea fondamentale che i gradi di somiglianza degli esseri viventi fra di loro sono sempre espressione di gradi di parentela; la «scala zoologica», in questa intesa, diventa