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ralmente qui il caso di parlare; se alla ricerca positiva debba mai riuscire di accostarsi così da vicino ai processi vitali da comprenderne completamente l’intima essenza, è cosa che nessuno può per ora nè affermare nè negare. Vi sono però altri problemi in gran numero, più promettenti di quelli ora accennati.

Sembra infatti che la chimica organica nello stadio attuale del suo sviluppo possa accingersi con buon successo alla soluzione dei problemi biologici. È un fenomeno che ricorre sempre nella storia delle scienze che le discipline più evolute agiscono beneficamente e fruttuosamente su quelle che sono rimaste più arretrate. La fisica ha ripetutamente esercitato una simile influenza sulla chimica ed appunto nei nostri tempi lo sviluppo rigoglioso della chimica generale fu ottenuto mediante l’introduzione di considerazioni e di metodi fisici. Si originano così le discipline di transizione che coltivano queste zone intermedie e rendono possibile questo rigoglio.

Fino a che la chimica organica aveva da costruire in casa propria non poteva toccare che incidentalmente e fuggevolmente problemi posti all’infuori di essa. Ora però (e con ciò non vuol dirsi che i problemi puramente chimici debbano essere trascurati) sembra che la chimica organica sia chiamata a rendere maggiori servizii nel campo biologico che nel suo proprio. La chimica biologica (una delle suaccennate discipline di transizione) ha effettivamente ricevuto negli ultimi tempi un potente impulso. Non è mia intenzione di parlare in generale di tutti i risultati ottenuti e di quelli da perseguirsi in questo campo così vasto; mi limiterò invece a trattare brevemente alcune questioni che in parte stanno in rapporto colle mie ricerche personali.

I successi della chimica organica nel dominio biologico consistono in gran parte nella riproduzione artificiale, nella sintesi di sostanze che si trovano in natura. Con ciò essa rende anche alla chimica fisiologica ed alla biologia in generale un grandissimo servizio. Poichè col riconoscimento della costituzione chimica delle sostanze che costituiscono gli organismi viventi o vengono da questi consumate vien porta al fisiologo la possibilità di riconoscere con sicurezza queste sostanze e gli vien facilitato il compito di stabilire la loro funzione ed importanza nel processo vitale.

Qui ci si presenta però immediatamente una questione