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della energetica moderna |
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obbiezioni, che tra i vari campi dei fenomeni fisici non corre altro rapporto generale che il rapporto di energia. Vale a dire che qualunque cosa accada nel campo fisico (fisico in senso lato, compresi quindi i fenomeni chimici e fisiologici), noi possiamo sempre stabilire una equazione fra le energie scomparse e le nuove che entrano in azione. Non v’ha nessun’altra grandezza fisica che comporti una applicazione così estesa. Siccome poi questa massima, data la generale misurabilità e calcolabilità dell’energia si riferisce sempre ad oggetti misurabili e calcolabili, così in tutte le applicazioni della legge della conservazione dell’energia si tratta sempre di problemi reali e mai di problemi apparenti. Si danno dei casi, in cui l’esatta misurazione delle grandezze d’energia di cui si tratta, presenta notevoli difficoltà, e nei quali perciò non si giunge che a una grossolana approssimazione; tuttavia essi non possono infirmare il principio generale. Così pure nell’applicazione della legge di conservazione, in molti casi non tutti i termini dell’equazione si possono misurare; questi casi li dobbiamo considerare come delle prototesi. Vale a dire: dove non possiamo constatare, misurando tutti i singoli termini, la giustezza della legge di conservazione, noi ammettiamo che la legge risponda alla realtà, ma ci riserbiamo di sottoporla ad esame non appena ne sia data la possibilità.
Un buon esempio di questa specie di progresso scientifico ci è dato dalla misura dello sviluppo fisiologico di calore negli animali e nell’uomo. Le vecchie misurazioni di Despretz nella prima metà del secolo decimonono, diedero risultati che si trovavano in contraddizione coi concetti allora in voga; ma in seguito l’esame più accurato di questo problema condusse tanto Roberto Mayer quanto Helmholtz alla scoperta della legge della conservazione dell’energia. Infine ai nostri giorni i mezzi di misurazione furono perfezionati così che si giunse a dimostrare la validità della legge fino al limite d’esattezza di 1:1000 anche per la combustione fisiologica (compreso il lavoro meccanico e psichico). Finchè queste ultime misurazioni non furono note, la validità della legge di conservazione per la combustione fisiologica era una prototesi, riferentesi a cose che in massima erano misurabili, quantunque l’effettuazione tecnica delle misurazioni presentasse difficoltà tali, che non si osava affrontarle. Ma invece si tratta di una verità scientifica, che però mantiene una possibilità d’errore di 1:1000.