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366 | rivista di scienza |
mica fisiologica, ha ora ritenuto necessario di premettere alla trattazione speciale della fisiologia un grosso volume che contenga l’esposizione delle teorie chimico-fisiche. L’idea in sè sembra a prima vista assai discutibile, poichè a questa stregua si dovrebbe ugualmente premettere la trattazione di tutte quelle scienze generali la cui conoscenza è necessaria per lo studio della fisiologia; dal punto di vista pratico, però, l’idea può essere approvata, poichè si tratta di teorie nuove, che i fisiologi della vecchia scuola non sono ancora avvezzi a considerare come parte del bagaglio di cognizioni necessarie agli studiosi delle discipline biologiche e deve riuscire utile il porle loro sott’occhio più direttamente ed il facilitarne loro lo studio e la comprensione.
Quanto ai dettagli della trattazione, essa appare sempre chiara ed esatta; sulla distribuzione della materia si potrebbero fare obbiezioni, ma l’A. stesso dice di non avere cercato di dare una disposizione sistematica. Sia permesso di fare un augurio e cioè che gli autori medici italiani smettano di usare il metodo attuale usato anche di questo libro per le citazioni bibliografiche. Il porre queste ultime alla fine del capitolo senza indicarle nel punto a cui precisamente si riferiscono, sarà comodo por l’autore, ma rende particolarmente difficile agli studiosi che vogliano addentrarsi nell’esame dei lavori originali, la ricerca dei medesimi.
Chimica inorganica.
Era generalmente sentito il bisogno di un trattato veramente completo e moderno che rappresentasse per questa disciplina ciò che è per la chimica organica il Beilstein; un trattato cioè in cui fossero descritti in modo esauriente tutti i composti inorganici, le loro proprietà fisiche e chimiche, i metodi di preparazione e le principali trasformazioni. E noto a tutti i chimici quanto siano manchevoli a questo riguardo i maggiori trattati esistenti, anche quelli che per la data della loro pubblicazione dovrebbero essere moderni. Ciò che sopratutto manca in essi è una critica esauriente e severa del materiale sperimentale, che rimonta talora a molti anni addietro. Infatti anche nei più moderni di tali libri, come nel Dammer ed in altri, si trovano riportati l’uno accanto all’altro dati affatto contradditori, senza la minima critica, così da lasciare in chi legge la massima incertezza. Così si trovano descritti composti la cui esistenza reale appare più che dubbiosa e per molti dei quali già un esame attento dei lavori sperimentali relativi (per lo più assai antichi) avrebbe persuaso a cancellarli dal novero delle sostanze definite.