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della energetica moderna 27


sivo susseguentisi nel tempo, ma anche a parti di un tal fenomeno ordinate l’una accanto all’altra nello spazio. Siccome non possiamo percepire contemporaneamente tutte queste parti, ma esse si presentano successivamente alla nostra esperienza, ogni coesistenza nello spazio diventa anche successione nel tempo. Ma nello spazio c’è questo di particolare, che l’ordine col quale percezioni si susseguono è arbitrario per quanto sia sempre rispettata una certa qual regolarità.

L’energia di posizione o di distanza così lumeggiata non può dunque non essere reale. Quando noi in tesi generale sappiamo che un corpo, il quale si trova al disopra della superficie terrestre, è capace di fornire una data quantità di lavoro avvicinandosi a questa superficie, con la medesima sicurezza dalla vista di un corpo sollevato noi deduciamo immediatamente la presenza di energia, come quando vediamo un corpo in moto. Quindi anche se consideriamo il concetto della realtà da un punto di vista più intimo e generale, la distinzione fra energia attiva e potenziale appare come un errore insostenibile e non scevro di pericoli.

Vediamo ora su quali basi poggi la realtà dell’energia medesima. Mayer, come più sopra fu già accennato, la sostenne espressamente, senza trovare però troppo consenso.

Per quanto dopo un certo tempo i più fossero disposti a riconoscere la giustezza e l’importanza della legge della conservazione della energia, pure scarso fu l’interessamento per le considerazioni generali dalle quali il Mayer fu indotto a generalizzare la sua tesi. Più sopra abbiamo visto che è stato appunto il bisogno ch’egli sentiva di porre in rilievo la realtà delle forze, quello che lo condusse a concezioni così fertili. Quale contrasto con ciò di trovare ancor oggi persino negli autori che sostengono l’importanza centrale del concetto di energia, una certa riluttanza a riconoscere bene o male l’energia, come una sostanza ed a concederle almeno lo stesso grado di realtà che alla materia! Accade di ritrovare sempre di nuovo la versione che l’energia non è che una cosa astratta, una funzione matematica la quale avrebbe questo di particolare, di mantenere in tutte le circostanze il proprio valore. Qui si cade in un equivoco, che viene facilitato da una particolarità propria a tutte le lingue europee e dal quale bisogna guardarsi, poiché la sua frequenza dimostra com’è facile commetterlo. Esso dipende dall’abitudine invalsa