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26 | rivista di scienza |
stione generica del reale. Se tentiamo di definire con ogni prudenza scientifica ed evitando qualunque sottintesa presunzione, il nostro rapporto col mondo, potremo dire che: con l’inizio della nostra vita cosciente ci troviamo di fronte ad una molteplicità di avvenimenti, fra i quali ravvisiamo solo un nesso assai debole. Ciò si esprime massimamente nel fatto, che noi possiamo prevedere assai poco di ciò che avverrà nel futuro. Poichè la previsione è la vera e propria caratteristica della nostra intelligenza; la misura in cui possiamo esercitare tale previsione, l’estensione di tempo e la molteplicità degli avvenimenti preveduti danno appunto la misura diretta della nostra intelligenza.
Il neonato non prevede nulla, se non che reagendo a certi stimoli dell’olfatto e del senso troverà il cibo (e qui rimane in sospeso se si tratti già di azione cosciente), e si trova quindi in un gradino assai basso dell’intelligenza. Ma anche il gradino più alto di questa facoltà, come è rappresentato ad es. da un illustre scienziato, uomo di stato o industriale, è caratterizzato appunto da ciò, che quest’uomo vede più e più in là dei suoi avversari o concorrenti.
Le cose che possiamo prevedere, le diciamo note; esse ci sono ben famigliari, e i loro previsti nessi di luogo e di tempo ci riescono comprensibili. A tali cose, in quanto riguardano impressioni dei sensi, diamo anche il nome di cose reali. Questa espressione la usiamo quando si tratta di oggetti del così detto mondo esteriore; la realtà dei nostri pensieri ci sembra così naturale, che neppure vi riflettiamo; essi formano, com’è noto, la parte primaria nelle vicende della nostra vita cosciente. Sogni, allucinazioni e simili, noi li diciamo irreali come cose esteriori, perchè, non seguono le regole che abbiamo fissato sperimentalmente per le cose esteriori reali, vale a dire perchè le previsioni che applichiamo ad essi basandoci nella nostra stessa esperienza delle cose esteriori, non sogliono avversarsi. Ma queste cose entrano nel campo della realtà non appena si mostri una regolarità o prevedibilità: così i fenomeni ipnotici furono a suo tempo ritenuti immaginari e scartati come irreali; ora invece, da quando son note le condizioni che li producono e le date particolarità che regolarmente li accompagnano, si attribuisce loro il carattere di realtà. Qui è da osservare che il termine di predire non si riferisce esclusivamente a parte di un fenomeno comples-