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IL VALORE DIDATTICO

DELLA MATEMATICA E DELLA FISICA.



I.


È opinione diffusa, fin dai tempi più remoti, che la matematica fornisca alla mente la disciplina e l’equilibrio, che essa, meglio di ogni altra scienza, insegni l’arte di ragionare. Ma nel coro di elogi qualche voce discorde si eleva; e, pur trascurando i facili scherni degli spiriti leggieri, si sente talora sostenere da uomini egregi non esservi peggior ragionatore del matematico, fuori del proprio campo.

Accetteremo, senza discutere, la opinione tradizionale? Non daremo nessun peso alle critiche più serie?


Se si fa astrazione dal contenuto della matematica, e si bada solo al metodo con cui essa procede, si deve pur convenire che quella scienza costituisce un’ottima scuola di logica deduttiva, di cui essa è la più brillante applicazione. La questione, che sopra ci siamo proposti, porta dunque a chiedere quale sia il valore didattico della logica, intesa in senso stretto.

Impotente a creare, la logica è un mirabile strumento di trasformazione. Da poche premesse essa fa scaturire una serie di conseguenze inaspettate, così lontane dalle ipotesi da costituire vere conquiste del pensiero. Strumento delicatissimo, però. I suoi ingranaggi si smussano, se la materia a cui esso viene applicato non abbia perduto i grossolani caratteri con cui appare ai nostri sensi, e non abbia assunto un grado di perfezione ideale. Se noi trasformiamo colla logica pura una verità, che ci sia nota in modo impreciso, con contorni nebbiosi, potremo arrivare alle più strane ed assurde conseguenze. Lungi dal dissipare le nebbie, il ragionamento potrà adden-