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Il dire, per esempio, che il valore dei consolidati britannici aumentò dopo la battaglia di Waterloo, non è che ricordare un semplice fatto cronologico e non significa nulla, se non che l’un avvenimento fu il risultato dell’altro. Ma anche ciò implica invero una cognizione almeno elementare di un principio di causalità economica, cognizione che l’esperienza sola ci può dare, e che qualsiasi investigazione statistica o ricerca storica non ci darà mai se non sarà accompagnata dallo studio dei fenomeni contemporanei e dalla conoscenza del substrato delle attività economiche. Senza dubbio ogni persona intelligente si è acquistata un certo numero di tali cognizioni senza aver fatto studi speciali d’economia. Si tratta però di saper se metta conto o no d’estendere questa conoscenza per mezzo di uno studio sistematico, prima d’intraprendere l’opera pericolosa di costruire un quadro del passato sui pochi dati che sono alla nostra portata.

Sembrerebbe che vi dovesse essere una sola risposta a questa domanda.

Che la società umana sia il prodotto di una evoluzione e che di conseguenza si possa comprendere il presente soltanto risalendo alle sue origini nel passato, è una doppia proposizione spesso citata per sostenere la necessità di ricorrere al metodo storico per iniziare lo studio delle scienze economiche. Ma come poi capiremo il passato? Che cosa ne sappiamo e come possiamo intenderlo se non attraverso la nostra conoscenza del presente? Possiamo ottenere qualche lume su questo punto riferendoci brevemente alla storia di altre due scienze: la geologia e la biologia.

Scegliamo queste perchè hanno dei punti di somiglianza con le scienze economiche in quanto trattano di prodotti dell’evoluzione. Fu difatti in questi due campi che dapprincipio si sviluppò la fase moderna della dottrina dell’evoluzione, ed è in questi che assurse alla maggiore importanza. Di più la chiave della dottrina moderna dell’evoluzione si trova nella tesi accettata già da tempo dai geologi, che tutti i grandi cambiamenti geologici del passato sono stati prodotti da fattori e da forze che agiscono ancor oggi, e che lo studioso può vedere in opera intorno a sè.

Secondo questo modo di vedere è dunque necessario che lo studioso di geologia osservi intorno a sè i cambiamenti della superficie della terra dovuti agli agenti comuni, il vento