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legame vero e proprio, e metteva sott’occhio le analogie intraviste con una evidenza che ancor oggi urta i naturalisti che si attengono alla vecchia maniera. Anche ai nostri tempi molti sono recalcitranti ad ammettere che la Forza, o per dirla senz’altro col nome più moderno e generalmente adottato, l’Energia, sia qualcosa di oggettivo, un ente a sè, e tuttora ci accade di leggere e di udir ripetere l’affermazione che se la Materia è veramente qualche cosa di reale, così non si può dire affatto dell’Energia, poichè essa non esiste se non nel pensiero. Queste affermazioni dimostrano del resto già più di quanto dovrebbero in realtà dimostrare, vale a dire: che nella mente dei suoi stessi sostenitori, l’Energia non è nemmeno qualche cosa di pensato, perchè se essi si fossero soffermati a riflettere sui suoi stessi rapporti verso il concetto di realtà, non sarebbero stati trascinati a questa conclusione.

È noto che lo stesso Mayer rese più difficile l’interpretazione del suo pensiero, per essersi messo in contradizione con la nomenclatura allora in uso. Non v’ha dubbio che egli era perfettamente in chiaro che la sua forza era, dalla meccanica contemporanea, chiamata lavoro (almeno in un caso speciale; in altro caso però anche forza e precisamente nell’espressione forza viva). A chi voleva fargli, assai ingiustamente, una colpa di ciò, egli rispondeva con una osservazione decisiva: «Per ciò che riguarda il problema della Forza, non dev’essere per noi questione di cercare che sorta di cosa sia una forza, ma più tosto quale cosa noi vogliamo chiamare col nome di forza». Mettiamo adunque nel sopracitato concetto fissato da Mayer, il nome oggi usitato di energia, si ha: Le energie sono oggetti indistruttibili, trasformabili, imponderabili.

Quest’è infatti il concetto, che prevalse per più di mezzo secolo dopo la scoperta della legge della conservazione dell’energia. E qui si deve, in conseguenza delle vedute sopracitate sul concetto di forza, appoggiare il meno possibile sulla parola oggetto. Mentre la conservazione della materia (la quale in realtà non sussiste, perchè ciò che si conserva è solo il peso e la massa, mentre tutto il resto nella materia si trasforma) passa come qualcosa di naturale e di evidente, così che si vuol farne senz’altro una necessità del pensiero, la conservazione dell’energia invece apparisce come