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Ma possiamo anche aspettarci a che la mutazione sia un fenomeno che avvenga a rari intervalli. Forse nella storia della specie, come suppone il de Vries, intervengono ogni tanto dei periodi di mutazioni che si alternano con periodi d’immutabilità. Comunque sia, i pochi casi accertati bastano a stabilire l’esistenza del processo.

La teoria della mutazione non è, come osserva il suo fondatore, in opposizione col principio della selezione. Le mutazioni possono essere vantaggiose o nocive: soltanto quelle compatibili con le condizioni di vita del momento si continueranno per molte generazioni; le altre sono destinate a scomparire.

Così una selezione accade, sebbene non nel senso darwiniano, ma piuttosto secondo le idee del Pfeffer e del Heincke.

Ma la trasformazione della specie per mutazioni non presuppone necessariamente l’azione dell’ambiente come la selezione negativa ammessa dai due autori su citati; essa sembra essere piuttosto una funzione di fattori interni, che possono benissimo supporsi indipendenti dalle azioni esterne, e può conciliarsi anche con la variazione secondo linee determinate sostenuta da alcuni naturalisti. Tuttavia non mi sembra assolutamente esclusa la possibilità d’un’azione del mondo esterno sugli organismi come causa determinante delle mutazioni stesse.

Sebbene, per ora, noi ignoriamo completamente quali sieno le cause o le condizioni, cui si debbano le mutazioni, abbiamo in queste un mezzo molto più adeguato per spiegarci l’origine delle specie. Grazie alla teoria delle mutazioni e alle leggi della variabilità, il nostro concetto dei gruppi naturali elementari acquista una determinazione, che finora esso non aveva. La fissità e la variabilità della specie non sono più inconciliabili, e la reale esistenza della specie ci vien dimostrata in maniera sempre più sicura ed evidente.

Un altro ordine di fatti ci conduce a conchiusioni simili. Le differenze morfologiche degli esseri viventi corrispondono a differenze fisiologiche e, probabilmente, in ultima analisi, a differenze del chimismo. Sebbene la materia vivente ci presenti un certo numero di proprietà fondamentali comuni che si ritrovano in tutti gli organismi; e sembri, a prima giunta, che nei processi vitali vi sia una grande uniformità in tutto