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DELLA ENERGETICA MODERNA.


Dopochè, verso la metà del secolo scorso, fu riconosciuta universalmente l’importanza capitale della legge della conservazione dell’Energia, sorse anche la convinzione che questa legge dovesse costituire la base delle scienze naturali ed anzitutto della fisica. Lo svolgimento di questa idea, che si presentava come sommamente plausibile, fu tuttavia intralciato e ritardato da ostacoli d’ogni maniera, così che ancor oggi si riesce a mala pena a trovare un trattato di fisica, in cui l’esposizione delle singole leggi e delle loro conseguenze sia fatta seguendo rigidamente questo criterio. E meno ancora s’è fatto nel campo delle scienze confinanti.

Così si chiuse il secolo decimonono, senza che si riconoscesse ad una delle sue più grandi scoperte il valore pratico e l’importanza, che invero non si può negarle. Un accenno a questo dovere ed a questa necessità, fatto da me a Lubecca nel 1896 in una conferenza sulla Disfatta del materialismo scientifico, tenuta in occasione della riunione annuale dei naturalisti tedeschi, richiamò, è vero, l’attenzione di molti, ma non riuscì a modificare essenzialmente quello stato di cose. Era perciò necessario di mostrare, portando uno sguardo sintetico nei domini generali della scienza, che il concetto e le leggi dell’Energia hanno in sè stessi realmente la facoltà di unificare e di chiarire, perchè attraggono l’attenzione dello studioso sui problemi reali ed eliminano quelli apparenti. Il mio corso di lezioni di filosofia naturale, tenuto nel 1902, ebbe appunto questo scopo.

Da quel momento s’incominciò a sentire sempre più l’importanza della dottrina dell’Energia, ossia dell’Energetica,