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248 | rivista di scienza |
I risultati ottenuti da Heincke e da altri, i quali più o meno rigorosamente e completamente hanno applicato i metodi statistici allo studio della variabilità, rappresentano, io credo, uno dei maggiori progressi della zoologia moderna e il più importante e sicuro passo fatto verso la determinazione del concetto scientifico della specie e dei piccoli gruppi in generale, della cui reale esistenza essi non ci permettono più di dubitare. Per la loro indole stessa questi metodi non sono applicabili in ogni caso, ma solo quando si può disporre di un numero piuttosto grande d’individui e operare con caratteri esprimibili numericamente. Oltre a ciò l’applicazione di questi metodi richiede un lungo, paziente e non facile lavoro.
Per questi motivi non possiamo aspettarci un gran numero di ricerche del genere. Tuttavia, lo conchiusioni cui si è arrivato nei pochi casi studiati possono essere generalizzate con tutta sicurezza. E ciò tanto maggiormente, che esse concordano completamente con i risultati cui si è giunti per altra via; quelli cioè ottenuti con l’analisi dei prodotti delle fecondazioni incrociate.
L’ereditarietà dei caratteri proprii di un gruppo naturale (specie, razza, forma locale), è un fatto ben conosciuto, e come vedemmo, uno dei criterii di cui i naturalisti si sono serviti por determinare il concetto dei gruppi stessi. Lo studio della variabibilità coi metodi statistici non ha fatto che confermarlo.
Ma è ben noto anche che negli animali e nelle piante, a sessi distinti, cioè nella gran maggioranza degli esseri viventi, sono possibili fecondazioni incrociate fra individui di sesso diverso appartenenti a specie o razze diverse. Questi incrociamenti, in molti casi fecondi, dànno, come prodotti, i così detti ibridi o bastardi, i quali, non di rado, sono fecondi se possono accoppiarsi fra di loro.
Gli allevatori e gli orticoltori si sono da molto tempo giovati di questo fatto per ottenere razze o varietà dotate di particolari caratteri. Anche in natura avvengono simili incrociamenti. Gl’ibridi non presentano nessun carattere nuovo, che non si trovi nei genitori. Ma i varii caratteri dei genitori si palesano in essi più o meno evidentemente.
L’opera recentissima del geniale botanico di Amsterdam,