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200 | rivista di scienza |
A questi fatti, già accennati nella precedente esposizione, possiamo aggiungere anche quest’altro:
La temperatura interna.
La temperatura cresce colla profondità. In media l’aumento di temperatura è di 1° ogni 33 m. circa, e si ammette senz’altro dalla maggioranza degli autori, anche recentissimi ed autorevolissimi, che tale aumento si conservi anche alle maggiori profondità. Crescendo la temperatura con tale progressione, si raggiungono i 2000 gradi già a 60, i 100000 a 3000 chilometri di profondità, cioè a circa metà del raggio terrestre. Ora a 2000 gradi si fondono quasi tutte le sostanze che noi conosciamo, rocce e metalli; si dovrebbe quindi ammettere che già a profondità relativamente non molto grandi, al più di qualche centinaio di chilometri, tutto il materiale terrestre è allo stato di fusione. Se poi la temperatura cresce, sempre colla stessa progressione, noi raggiungeremo il punto critico di qualsiasi sostanza, cioè quella temperatura oltre la quale una sostanza non può essere che allo stato gasoso. Di qui la necessità di ammettere, secondo Zöppritz, Günther e Arrhenius, che il nucleo centrale della Terra, anzi una frazione rilevante della massa terrestre, sia allo stato gasoso.
Secondo Arrhenius questa condizione di cose (temperatura altissima, dell’ordine di grandezza di 100000°, e stato aeriforme del nucleo terrestre) sarebbe una conseguenza necessaria dell’evoluzione del nostro globo da una nebula primordiale. Data una massa gasosa che si condensi, essa si riscalda. Se si ammette che la massa sia di gas perfetto, che sia soddisfatta cioè la legge di Boyle - Gay Lussac, e che non intervengano moti convettivi, si dimostra facilmente che, quando le dimensioni lineari della massa globulare si riducano alla metà, la temperatura assoluta deve raddoppiarsi in ogni punto. Poichè la massa terrestre quand’era allo stato nebulare occupava un volume immensamente superiore dell’attuale, la