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198 | rivista di scienza |
risponde, almeno negli strati superficiali, ad una continua trasposizione di masse: interi continenti furono demoliti e portati in mare, interi fondi oceanici emersero dalle acque e rocce abissali furono sollevate sulle creste dei più alti monti. Se tali trasporti, che continuano anche sotto i nostri occhi, di enormi masse materiali da una regione all’altra della Terra, si fossero compiuti su un globo rigido, avrebbero dovuto determinare deformazioni notevoli nella superficie esterna di livello: il filo a piombo dovrebbe deviare progressivamente dalle zone demolite verso le zone di accumulazione, e la superficie di livello, che deve seguirla normalmente, dovrebbe quindi abbassarsi da quella parte per gonfiarsi in questa. Il risultato della lunga evoluzione geologica dovrebbe essere un Geoide fatto a gobbe e a fosse. Ciò non è: dobbiamo quindi ammettere che, man mano che il processo di trasporto superficiale si svolgeva, la massa terrestre si accomodava, ammettiamo pure con qualche ritardo, alle successive distribuzioni di masse, in modo da correggere le anomalie indotte da queste, gonfiandosi dove la superficie tendeva a incavarsi per demolizione e contraendosi dove essa tendeva a gonfiarsi per deposito alluvionale. Una tale facilità d’accomodamento pare a molti incompatibile col concetto di solidità, mentre spontaneamente si adatta al concetto di una massa fluida rotante che riassume quasi istantaneamente la forma d’ equilibrio, perturbata da cause esterne.
Per questo ordine di argomenti molti geodeti persistono nell’ammettere la fluidità interna.
La Fisica del secolo scorso non prese posizione netta nella controversia: essa si accorse ben presto che il problema esorbitava dalle anguste pareti de’ suoi gabinetti, e dal rigore dei suoi piccoli mezzi. Il fisico non poteva contribuire al dibattito che come un critico; e in questa posizione egli, coll’autorità di W. Thomson si manifestò piuttosto proclive al concetto della solidità. Ammettendo infatti la fluidità primordiale, parve inammissibile che si formasse e si mantenesse una crosta superficiale, inizialmente sottilissima, di materiale più denso del liquido sottostante di cui era il prodotto di consolidazione, e assoggettata a forze variabili, come quelle di marea. I materiali di consolidazione avrebbero dovuto precipitare verso il centro, e di qui sarebbesi quindi iniziato il consolidamento del globo, che ora sarebbe quasi completo.