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passato; particolarmente dotta ed accurata è la Letteratura della Economia Politica del Mac Culloch, e la Storia di Leoni Levi fu por lungo tempo considerata come un’autorità. Sia l’uno che l’altro autore scrivevano all’epoca in cui la dottrina del laisser faire godeva di un assoluto predominio; non dubitavano che ormai la verità intorno alle quistioni dell’industria e del commercio fosse stata raggiunta, e che la saggezza o l’errore di una qualsiasi misura non altrimenti potessero essere dimostrati che considerando fin dove essa si avvicinasse al rigido individualismo, preso da entrambi come criterio assoluto.

Più giustamente si riconoscerebbe ora che per ben giudicare uno scrittore o una misura in altri tempi adottata è necessario considerare che cosa all’epoca in questione fosse attuabile, quale scopo lo scrittore si proponesse, e giudicare la sua condotta in base alla condizioni e alle idee di allora.

Non è possibile definire in modo assoluto ciò che è economicamente saggio in ogni tempo ed in ogni luogo, come non è possibile enunciare regole assolute intorno a ciò che è politicamente giusto. Le idee correnti all’epoca nostra non dicono l’ultima parola sulla migliore condotta sia politica che economica, e non è lecito considerarle come la meta finale verso la quale tendevano tempi meno fortunati. La libertà assoluta dell’individuo nel campo economico non è più riguardata come un ideale; i progressi del socialismo e l’esistenza di organizzazioni forti come quelle cresciute in Germania ci inducono a credere che il laisser faire abbia ormai fatto il suo tempo.

E nei riguardi della vita politica possiamo noi con sicurezza affermare che la libertà d’azione dell’individuo rappresenti l’ideale più alto? Ognuno ha il diritto di prendere la libertà come criterio fondamentale nel giudicare delle età passate, ma non di imporla come assioma che tutti dovrebbero accettare.

Solo dichiarando con precisione quale criterio egli personalmente preferisce ed applica, lo scrittore può evitare il pericolo di pronunciare giudizi leggeri. Due errori comuni possono essere evitati da chi vi presti un po’ di attenzione. C’è il pericolo degli anacronismi, cioè di cambiamenti nel punto di vista che difficilmente riusciamo a sfuggire, a meno di mettercisi deliberatamente. Possiamo proporci di scoprire il criterio di giudizio proprio del periodo di cui