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122 | rivista di scienza |
dover omettere, altre vorrà accentuare. È importante per noi il vedere fino a che punto egli possegga il senso della misura.
Lo scrittore dovrebbe quindi esporci chiaramente quale è lo scopo che si propone scrivendo, affinchè noi possiamo dare un giudizio sulla scelta di materiali da lui fatta, e decidere se quelli accettati siano o meno adatti a tale scopo. Se il criterio di scelta non è chiaro, l’opera dello scrittore può sembrare arbitraria, riuscendo difficile rendersi conto del perchè un punto sia stato accentuato, mentre un altro fu appena toccato.
Prescindendo dalle opere che considerano aspetti speciali della vita nazionale — aspetti ecclesiastici o sociali — lo scopo perseguito dall’autore dovrebbe essere chiaramente esposto; se alcuno scrive la storia politica dell’Europa moderna, diversa riuscirà la trattazione secondo che egli soprattutto vagheggi la separazione dello stato dalla chiesa, o l’aggruppamento in unità delle diverse nazionalità, o invece il passaggio dal regime assoluto a quello democratico.
Solo quando noi conosciamo il problema speciale che l’autore ha avuto presente nell’opera, ci è dato giudicare se e fino a dove questa è riuscita ben proporzionata e profonda.
c) Benchè la raccolta e la critica dei materiali, e quindi l’abile ordinamento loro rappresentino due parti principali nel lavoro dello storico, e risentano l’una e l’altra necessariamente l’influenza delle sue qualità personali, resta tuttavia il compito più difficile: quello d’interpretarli. Osserviamo in proposito che ben difficile è il trovare segni esterni delle cause intime operanti, dei motivi precisi che agirono su determinati uomini in epoche determinate. Lo storico deve proporsi di indovinare il probabile lavorìo di una mente, ed è naturale attendersi tale ricerca soprattutto quando egli prova simpatia per il personaggio di cui discorre. Ho sempre pensato che il Wolsey di Creighton è una monografia così convincente appunto perchè la grande affinità di carattere esistente fra i due uomini portava che il vescovo del secolo decimonono comprendesse il cardinale del cinquecento.
Non già col sopprimere la propria personalità, ma col far valere francamente ed apertamente le sue qualità personali, potrà lo studioso promuovere nel miglior modo la investigazione storica e far procedere di un passo la nostra conoscenza