prezzi aveva fatto estendere la coltivazione a terre inferiori; e col ritorno alla pace sorse gravissima la questione dei rimedi da opporsi all’aumento delle importazioni di grano dall’estero, che avrebbero provocato un ribasso dei prezzi, la rovina degli affittuari, la diminuzione delle rendite e il ristringimento delle colture. La questione fu dibattuta in giornali, in opuscoli e in inchieste parlamentari, e dai fatti raccolti in 20 anni di osservazioni risultò strettissima la connessione tra l’aumento della popolazione e della ricchezza del paese da un lato, e la coltivazione di terre inferiori con la diminuzione del prodotto spettante al proprietario dall’altro lato; onde non è niente strano che qualche economista abbia generalizzato questi fatti, arrivando alla conclusione che l’aumento della popolazione e della ricchezza rende necessario il ricorso ad un’agricoltura più costosa o meno produttiva. È appunto osservando ciò che accadeva allora che West dice: «Nel progresso della coltivazione i prodotti della terra si ottengono in modo sempre più costoso, o in altre parole il rapporto fra il prodotto netto e il prodotto lordo della terra va continuamente diminuendo». E Malthus: «Le macchine che producono grano e materie greggie sono doni della natura e non opera dell’uomo; e noi troviamo per esperienza che questi doni hanno differenti qualità e caratteri. Le terre più fertili di un paese, quelle che, come le macchine migliori nell’industria, danno il maggior prodotto con meno lavoro e capitale, non sono mai sufficienti a provvedere alla domanda effettiva di una popolazione crescente. Il prezzo delle derrate agrarie, per ciò, aumenta naturalmente finchè non è alto abbastanza per compensare il costo necessario ad averle dalle macchine inferiori e con processi più costosi; e siccome non ci possono essere due prezzi per il grano della stessa qualità, tutte le altre macchine, che agiscono con meno spesa, danno una rendita in proporzione della loro bontà». Da questo alla formulazione della teoria come si trova in Ricardo era breve il passo, ed egli non fa che riassumere magistralmente i principî generali che scaturiscono dai fatti del ventennio precedente. Perfino la modificazione, che subisce la teoria dopo Ricardo, quando non si parla più di una produttività decrescente inevitabile, ma di una tendenza verso questa produttività decrescente contrastata dai progressi tecnici, è dovuta all’esperienza degli anni successivi al triste periodo