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che i salari tendono a pareggiarsi tra luoghi anche distanti, non può stabilire quale differenza è necessaria perchè il lavoro emigri là dove è più rimunerato, nè può determinare esattamente in che modo l’attaccamento alla patria e l’amore della famiglia distoglieranno l’operaio dall’abbandonare il luogo natìo, ad onta che i guadagni vi sieno minori. Se però queste considerazioni ci suggeriscono di non pretender troppo dalle leggi economiche e soprattutto di non equipararle alle leggi di natura, sarebbe assurdo il concludere da ciò che i fenomeni economici non sono sottomessi a leggi, come sarebbe assurdo il negare la verità dei due principi summenzionati, che i profitti tendono a ribassare e che i salari tendono a pareggiarsi in assenza di cause disturbanti1.

Poichè le leggi economiche esprimono, non ciò che avviene effettivamente, ma ciò che tende ad avvenire in assenza di cause disturbanti, si suol dire che esse sono leggi ipotetiche. Ma una legge ipotetica, in questo significato speciale, non è per ciò immaginaria o in opposizione al corso reale delle cose. Le leggi di causa possono essere considerate come ipotetiche da un certo punto di vista, mentre da un altro punto di vista sono indubbiamente categoriche, perchè affermano categoricamente in che modo operano certe cause. E quantunque una causa possa essere in qualche maniera contrastata da altre cause più potenti, che agiscono in direzione opposta, essa non per tanto continuerà ad esercitare la sua influenza caratteristica e modificherà in conseguenza il resultato finale. Nessuno suppone che la legge di gravità cessi di operare,

  1. Contro questa opinione, da me già sostenuta nella prima edizione dei miei Principi di Economia Politica (Napoli, 1904), è insorto il professor Emilio Cossa in una sua prolusione fatta all’Università di Messina e pubblicata nel Giornale degli Economisti (Febbraio 1904), in cui asserisce che non esiste questa «pretesa inferiorità delle leggi dell’ordine economico in confronto a quelle dell’ordine fisico». Ma mi è impossibile rispondere alle di lui critiche, che invece di essere fondate sopra argomentazioni, sono presentate, ripetendo parola per parola le mie frasi in senso inverso, e cioè negando dove io affermo e affermando dove io nego. Aspetterò a convertirmi quando il prof. Cossa potrà dimostrarmi che le leggi, a cui sono sottomessi esseri intelligenti e liberi, non differiscono per nulla da quelle che prevalgono negli agenti ciechi del mondo esterno, o quando potrà dimostrarmi che l’Economia politica è in grado di prevedere il giorno preciso dello scoppio di una crisi economica, come l’Astronomia prevede, fino al minuto secondo, il momento in cui si manifesterà un eclissi.