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rivista delle tradizioni popolari italiane 5


— I grossi tumori si curano ungendoli col sangue che sgorga dall’orecchio tagliato di un gatto nero.

— Contro la febbre v’è il rimedio seguente: L’ammalato deve fare un bagno, la di cui acqua dev’essere stata attinta da tre pozzi differenti, e nell’acqua si devono aggiungere cervello di gazza, foglie di pruno e della vagliatura. Questo bagno il febbricitante lo deve fare durante tre giorni prima del tramontar del sole; quindi l’acqua dev’essere gettata sulla strada pubblica, e quello che per primo toccherà col piede l’acqua sparsa, riceverà la febbre che gli avrà trasmessa quello che prima l’aveva ed ora guarito coi bagni.

— Il vaiuolo, il colèra, la tosse canina e la peste annunciano la loro comparsa vestite in forma di donna. La peste tiene altresì una scopa in mano, e quello che vede quest’apparizione vestita di bianco non ha nulla da temere per la sua casa, mentre che quello che la vede apparire in veste nera, può essere sicuro che l’infermità colpirà qualcuno della sua famiglia. Tutto il popolo crede a questa superstizione, ed appena si presenta il primo caso della malattia, è una gara fra il popolo ad affermare chi ha avuto per primo l’apparizione della donna.

— Cattivi sogni non si devono raccontare nella stanza, bensì fuori all’aria aperta.

— Il pane non si deve mangiare in giardino, perchè si corre il pericolo che i vermi mangino i legumi.

— In una brocca nuova deve bere per primo un piccolo ragazzo, perchè altrimenti l’acqua che si metterà nel recipiente puzzerà sempre.

— Se un cadavere non si agghiaccia presto o rimane cogli occhi aperti v’è da aspettarsi un altro morto nella famiglia.

— A colui il quale si dispera troppo per la perdita di uno de’ suoi cari, si getta sulla testa un pugno di terra preso sulla tomba del morto ch’egli piange, e così sopporterà la disgrazia con più coraggio.

— Quello che viene dopo un funerale in una famiglia per farvi la visita di condoglianza, deve prima d’entrare lavarsi le mani per non portare nuova disgrazia nella famiglia.

Janina, nel novembre 1894.

Pisko.