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RIVISTA

delle

TRADIZIONI POPOLARI ITALIANE


Anno I. 1° Settembre 1894. Fascicolo X.


TRADIZIONI POPOLARI DI TERRANOVA PAUSANIA ISABELLA DI MONCADA. Com’&quila i pennuti alto sprezzante, tre miglia ad ostro d’Olbia vetusta •opra rupe granitica, solinga sta la rocca Pedrese, un di recinta di superbi palagi e d’alte mora; ed or d* informi e scolorati avanzi cogitabonda e muta testimone. Pria sotto le sue mura d’Aragona r invitta sorte impallidir si vide, e al Moro petulante nelle vene correr gelido il sangue: tal che fama s’ebbe eterna d’inespugnabil rocca; e or selo a rovi, a sterpi e licheni misera stanza d* immutabii fato. Lá ’ve il Aero signore severi ordini tonava, pront’azione al voler suo chiedendo, o, in sé raccolto, una vendetta macchinava o un sopruso; colá dove trepidante attendea la castellana il damo favorito e ai lascivi correa d’amor desiati abbracciamenti; dove al febeo chiaror la reai donzella presso al veron, del menestrello il canto silenziosa ascoltava, e per le corde sonanti udia del baldo giovinetto la miseranda e pietosa storia: di lui che al foco del suo glauco ciglio di disperato amor l’alma scaldando, smarrito avea del cor 1* intima paoe: lá ’ve tra lazzi e nappi, cicalando l’ore scorrenti in vii ozio i bravi dal lungo ciuflb e dal sinistro aspetto: se piú lieti non dico, o piú dolenti di non poter ai danni oprar le mani dell’oppressa e tapina umanitade; piú nulla resta, nulla piú si vede dell’antica e mirabile grandezza. In questo castello risiedeva verso il 1350 donna Sibilla di Moncada, gentildonna aragonese, vedova di Giovanni d*Arborea. Ell*era madre d’una bellissima donzella, per nome Isabella, sulla quale avendo messo gli occhi Jacopo, figlio del conte di Itrana (sa lsirana ), se n*era cosí pazzamente innamorato, che col. pretesto della caccia ai cinghiali, i quali abbondavano nella pianura di Stekuri, posta a breve distanza dal castello Pedres, recavasi di frequente in quei pressi, a fine di poter pernottare nel castello e fruire la vista della sua amata II giovane era elegante e simpatico’ assai, onde la fanciulla non tardò ad accendersi per lui d’ardentissimo amore, e le loro anime, essendosi ormai comprese, pregusta vano le gioie d’un prossimo imeneo. Ma un altro uomo aveva pure messagli occhi addosso alla gentile donzella: questi era Jago di Moncada, suo zio materno, il quale, nonostante la neve fosso apparsa sul suo crine, sentí scaldarsi dal cotidiano contatto della bella nipote, cui desiderò impalmare e far sua, tanto piú che in tal modo poteva subenRiv. Trad. pop., voi. I. 47 Digitized by ^.oosle