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RIVISTA

delle

TRADIZIONI POPOLARI ITALIANE


Anno I. 1° Luglio 1894. Fascicolo VIII.


LEGGENDE LEGGENDA NURESSE DI SAN GIULIANO E DI MONTE CRISTO. 1 Viveva nei tempi remoti una famiglia in Nurrí per nome Is Barbaraannu cioè nati nella Barbagia, e venuti a risiedere in questo villaggio. Essa era composta di padre, madre e un figlio unico; a quest’ultimo rampollo avevano imposto il nome di Giuliano, perchè nato nel mese di giugno, * in un giorno di allegria, in una giornata splendida, in un tempo in cui la sua famiglia aveva ottenuto dal cielo molti beni di fortuna. Il bimbo appena fu capace di camminare, diede subito prove di una intelligenza non comune, balbettava certe frasi cosí assennate che tutti ne rimanevano meravigliati. Giunto all*etá di cinque anni, giuocando con dei pezzetti di legno, si formò meravigliosamente un piccolo fucile, la cui molla scattando faceva uscire dalla canna improvvisata, delle pietruzze. Il contento del bimbo non aveva piú limite; egli diceva sorridendo con grazia infantile, che con quell*arme sarebbe andato a caccia col babbo, ed avrebbe portato tutti i giorni a casa della buona selvaggina. Tutti ridevano di quell’innocenza, e un bel giorno la madre gli permise di seguire il babbo attraverso le lande e i vigneti. Giuliano, felice e contento di quel permesso, andò saltellando dietro al genitore, col suo fucile di canna messo a tracolla. Quando furono giunti su un altipiano, ecco che il loro cane fa uscire una lepre da una macchia; il genitore spiana il suo fucile e tira..., ma il colpo va fallito; la lepre scappa senza essere nemmeno ferita; allora, con uno slancio ingenuo, Giuliano dice: — Papá, l’ammazzo io! 1 Questa leggenda si ricongiunge evidentemente col gran ciclo mitico del Aglio fatalmente parricida, di cui il mito a* Edipo è una delle forme piú illustri. (A. D. G.)

  • Veramente Giuliano vorrebbe dire; nato nel luglio. (A. D. Q.)

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