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rivista delle tradizioni popolati italiane 5

domestico, una fante canavesana e una fante monferrina. Ventenne, me ne ricordai alcune, e le inserii in appendice del giornale L'Italia, che si pubblicava allora a Torino. Quando scrissi il mio fortunato Re Nala, invocai, ancora, nel prologo, il genio delle fate che aveva presieduto alla mia infanzia immaginosa; ed, in quel tempo, io porsi pure nuova attenzione alle novelline toscane che furono, per caso, le prime pubblicate in Italia. Scrissi, come potei, di usi nuziali, natalizi e funebri; pubblicai con la Mitologia degli animali e la Mitologia delle piante, una Mitologia vedica e tradussi, dal russo, oltre un centinaio di novelline popolari. Non pretendo, di certo, dovere fatto molto; ma confido che, avendo percorso, per naturale istinto, questa via folk-lorica, io non abbia troppo bisogno di scusarmi, se non solo m’infiammo ancora per questi studii geniali, ma se oso adesso animarli e indirizzarli a uno scopo nazionale più evidente e più efficace. L’essere anche un po’ indianista, l’avere seguito, con qualche interesse, le vicende della nostra letteratura e delle letterature straniere, il non essere rimasto del tutto indifferente agli studi storici e letterari, l’avere, senza politicare, preso sempre molto a cuore le cose della nostra patria, spero che non mi sarà ascritto a colpa e non mi renderà indegno, in questa occasione, di richiamare, riunire ed eccitare presso di me le persone di buona volontá che in Italia riconoscono la necessitá di raccogliere finalmente gli sparsi tesori della nostra grande tradizione.

Vox clamat e tumulo. I tumuli della tradizione italiana sono numerosi e diversi; conviene dunque evocare, in ogni parte, questa grande sepolta viva. Dalle varie terre italiane, i popoli antichi ci mandano ancora voci solenni; ascoltiamole riverenti e rifrughiamo, tra le macerie, gli indizi delle nostre varie antiche civiltà latenti. Non è vero che siano intieramente scomparsi dal suolo italiano gli Elleni, gli Etruschi, i Fenici, i Latini, i Volsci, gli Equi, i Sabini, gli Umbri, i Sanniti, i Liguri, i Sardi, i Siculi, gli Euganei, gl'Insubri, gli Allobrogi, i Veneti, i Cimbri, i Longobardi, i Saraceni, i Franchi. Alcune delle nostre razze più antiche, specialmente nei paesi di montagna, in alcune isole, in alcune valli alpine ed apenniniche, sono rimaste quasi intatte.

È veramente strana cosa la facilità con la quale si sopprimono. nei conti della storia, le maggioranze, per tenere