Pagina:Rivista d'Italia, Anno VI, Fasc. VI.djvu/63


il passo 941


qui certamente nessuno ne ha colpa. Vedrai coi tuoi stessi occhi, nel registro dei morti, la copia dell’atto ufficiale del tuo decesso.

Maurizio lo seguì bestemmiando, dopo aver volto intorno a sè un truce sguardo di diffidenza.

Quando furono soli, Giovanna si gettò perdutamente fra le braccia di Gilio. Il pensiero orrendo della colpa e della separazione non era ancor penetrato nelle loro menti atterrite dalla paurosa ricomparsa. Essi si tenevano ancora stretti, avvinti, quando il Ciuffo ritornò col curato. Egli aveva veduto il registro, era più calmo, ma ne’ suoi occhi malvagi trionfava una gioia feroce.

— Capisco che non siete colpevoli — disse egli, con un cattivo sorriso, — potrò anche perdonarvi, ora che il tempo della vostra felicità è passato. Separatevi!

— Come, separarci? — gridò Giovanna con terrore.

— Figliuola mia, la tua coscienza è stata così pura fin qui che non può smentirsi neppure in un momento così grave — disse il sacerdote, profondamente commosso, poi dopo un breve silenzio ripigliò — l’errore accadde all’ospedale. Una notte, in un dormitorio pubblico un vagabondo rubò a Maurizio le sue carte. Maurizio, a cui più non occorrevano, non si curò di rinnovarle. Il vagabondo che aveva gli stessi connotati di lui è morto a Breslavia. Ecco spiegato il mistero.

— Dunque, dunque? — insistette Giovanna, ansante.

— Noi tutti fummo ingannati e tu hai vissuto con Gilio in buona fede. Da questo momento, cara figliola, una tale convivenza sarebbe disonesta e proibita. Il tuo dovere è quello di tornare col tuo legittimo marito, la Chiesa e la legge parlano chiaro. Per te la via è tracciata... senza dubbi, senza incertezze... è necessario che tu lo segua.

Nel pronunziare queste parole severe, gli occhi del vecchio prete s’empirono di lacrime, la sua voce, già fessa dagli anni, tremò.

Giovanna s’era fatta bianca bianca e s’era allontanata lentamente da Gilio che non cessava di singhiozzare.

Dinanzi a quella costernazione il curato ebbe una parola di conforto.

— Io vi ho detto quello che so, io vi ho espresso il mio avviso... domani andrò con Gilio in città... io chiederò un’udienza al vescovo, egli consulterà un legale... vedremo...