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940 il passo


— Ci sono per diritto.

— Taci o ti strozzo!

I due uomini lottarono un momento come insensati. Ma l’amore aveva già dato a Giovanna il coraggio di rialzarsi, di dividerli, di parlare, rispondendo al torrente d’invettive che il primo marito, redivivo, le lanciava contro.

— Io sono innocente! — ripeteva ella gemendo — se eri morto, se eri morto!

— Io morto? — tuonò Maurizio sempre più inferocito, ve l’avete inventata voi la mia morte per tradirmi!... infami, assassini!...

E nella sua cieca ira s’avviò verso la scala. Giovanna gli si piantò davanti colle braccia aperte. Gilio chè era più forte, lo prese per le spalle, lo spinse nella cucina, a terreno. Molta gente intanto accorreva, i bambini, di sopra, s’erano messi a strillare, le donne dicevano ch’era comparso uno spettro, poco mancò che non suonassero le campane.

Un uomo, vedendo che le finestre della canonica s’illuminavano, corse a chiamare il curato, un prete evangelico, d’antico stampo, che non mise tempo in mezzo e s’affrettò a vestirsi per seguirlo.

Maurizio, intanto, s’era seduto da padrone sul focolare e aveva acceso un gran fuoco brontolando e sghignazzando.

Giovanna scongiurò Giglio di uscire. Ella tremava come una foglia, non poteva convincersi che quell’uomo in carne e ossa non fosse un’apparizione e si avvicinò titubante e supplichevole per ammansarlo.

— Calmatevi, calmatevi, farò pregare... tanto... imploreremo la Vergine!

— Al diavolo le tue preghiere, darò querela, darò!... gridava il Ciuffo sempre più esasperato, aggiungendo alle minacce le più ingiuriose parole.

L’Argenti, che non poteva reggere lontano, rientrò col curato, e il buon prete che intanto si era dato premura di mandar via i curiosi, vedendo che sull’animo di Maurizio la sua presenza e le sue esortazioni non avevano alcun potere, gli toccò dolcemente una spalla.

— Vieni con me e ti spiegherò ogni cosa — disse con autorità irresistibile — siete vittime tutti d’un deplorevole errore, ma