Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Pria del manto vestir caduco, e frale,
L'Anima, ancor ne la natia sua Stella,
Per la tua idea sovra le belle bella
S'accese d'un ardor casto, immortale.4
Legata poi col nodo suo vitale,
Non prima amò, che ritrovasse quella
Beltà, che 'n Ciel la prese, avvolta anch'ella,
E discesa nel carcere mortale.8
Te vide, e 'l vecchio ardor sentì destarse,
Che potea star la fiamma sua primiera
Occulta un tempo, ma non mai cangiarse.11
Nè potrallo per morte, anzi leggiera,
E più pura tornando, ove prim'arse,
Nel suo principio splenderà più altera.14
Tra i lascivi piacer de l'empia Armida
Giace in ozio avvilito il buon Rinaldo,
Et ei, che in guerra fù si ardito, e baldo,
Or torpe in sen d'una Fanciulla infida.
Ma 'l Ciel, che 'l serba a maggior opre, guida
A lui, per strade ignote, il forte Ubaldo,
Che con lo scudo adamantino, il saldo
Incanto rompe, e’l neghittoso sgrida.
Lo sgrida, e desta nel feroce petto
La sopita virtù, ch'ommai non lenta
De l'amoroso error lascia il ricetto:
Così Ragion lo scudo a me presenta,
Ov'io mi specchio, e 'l cor l'orrido aspetto
Del suo passato amor fugge, e paventa.