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argia sbolenfi 39


Ma il padre barbaro che una mattina
     Privo di lampada stava in cantina
     E come al solito, tirava il vin,
          (Ah, proteggeteci Angeli e Santi!)
     Fetente e squallida si vide avanti
     24L’ombra terribile d’un cappuccin.

E l’ombra disse: «Non hai vergogna
     Di quel che hai fatto, brutta carogna?
     Libera il figlio; dà mente a me!»
          Al padre infame, pel terror grande,
     Cambiâr colore fin le mutande,
     30Tal che ammorbava da capo a piè!

Indi, recatosi alla prigione,
     Con mano tremula aprì il portone
     E disse: «Vattene dai piedi fuor!»
          Augusto, libero, ratto andò via,
     Indi, impiegatosi, sposò l’Argia1
     36E lunghi vissero giorni d’amor.

  1. Ahi, non fu vero!