«Oh!» — lei dice — «Mo bravo Titirino!
Non sai chi sposo? Ah son tanto felice
57Che a momenti mi viene uno smalvino!1
Fra pochi giorni sono Imperatrice!
Sei venuto a veder la tua sovrana?
60Ti farò ricco, e sai chi te lo dice!
A tua moglie ci pago una collana,
E con l’acqua di Felsina all’armento
63Fin da quest’oggi laverai la lana.
Farò indorar le vacche ed il giumento,
Ti selcierò la stalla di brillanti,
66E l’aldamara2 tua sarà d’argento.
Or vanne Titirino, e quei birbanti
Che tempo addietro mi credevan pazza,
69Crepino d’accidenti tutti quanti.
Vanne a Bologna, sta contento e sguazza,
Che in compenso del latte che m’hai dato,
72Io ti farò più ricco di Cavazza!»3
Io dico grazia! vado, e sul mercato
Da un buon amico mio, sessanta lire
75Al sessanta per cento, ho ritrovato;
- ↑ Che Dio ci liberi e scampi tutti! È un accidente.
- ↑ Concimaia.
- ↑ Il Conte Felice Gavazza, banchiere, riputato per uno dei più ricchi bolognesi.