Pagina:Rime di Argia Sbolenfi.djvu/29


prefazione XXVII

meno convalescente. E di questo ritorno a lodarla, perchè è troppo facile, in tempi di contagio, ammalare come il prossimo.

* * *

Ed ora che ho detto il bene e il male, depongo volentieri, anzi con gioia, la penna che non avrei preso in mano se una promessa non mi ci avesse costretto. Abbandono il libro al disprezzo dei virtuosi ed alle risate di quegli altri, lieto, in quanto a me, di aver imparato questo: che non bisogna promettere mai prefazioni e tanto meno farne.