Pagina:Rime di Argia Sbolenfi.djvu/236

202 rime di


Dimenticò Re Carlo e i suoi baroni
          E il santo gonfalon del fiordaliso,
          I giganti le fate e gli stregoni,
          44Gano schernito ed Agramante ucciso.
          Dimenticò gli assalti e le tenzoni
          Tra lo stuol battezzato e il circonciso
          E vide col pensier mille rosate
          48Imagini di donne innamorate.

Rivide Olimpia, offerta all’esecrando
          Mostro, chieder mercè nuda e tremante
          E passar sorridendo e sospirando
          52Fiordispina, Isabella e Bradamante.
          Vide Marfisa non curar pugnando
          Le salde nudità del petto ansante
          E d’Angelica sua gli occhi procaci
          56Languir di gaudio di Medoro ai baci.

Allor si sentì solo e in cor gli scese
          Gelida un’onda di malinconia,
          Tal che a se stesso dubitando chiese
          60Se la gloria non fosse una pazzia;
          Ed una voce in fondo al core intese
          Dirgli: «Che val la tua cavalleria,
          Che valgon le tue gesta e il tuo valore
          64Senza un bacio di donna e senza amore?»