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XX prefazione

diverse parti, come il sangue nelle membra e vivifica l’opera nella mente del lettore. Un libro deve essere un organismo.

Ed anche non è da passare senza almeno un segno di benevolo consentimento sul tentativo di poesia patriottica ed un po’ socialista che fa capolino in fondo al volumetto. In questi nostri bellissimi tempi pareva che il patriottismo consistesse tutto nel prendere la roba altrui. Di qui i disastri eritrei, di qui l’epizoozia dei commendatori, la quistione morale e i sospetti, confortati da troppe probabilità, sulla corruttela, la venalità, la disonestà, insomma, di chi doveva esser esempio del contrario. Sottrarre gli accusati all’istruttoria ed ai giudici costò poco ad una maggioranza metà di amici, metà di complici, ma è facile capire come questi segni di decadenza morale fossero dolorosamente sentiti da tutti coloro pei quali il patriottismo non fu mai una chiave falsa per aprire gli scrigni pubblici o privati. “Avete fatta l’Italia per mangiarvela”, dissero i clericali così pronti a profittare delle calamità del loro paese; e gli Italiani, scettici per istinto, rilessero dubitando le pagine della