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PRIMO MAGGIO MDCCCXCV
Passano lenti. Un lampeggiar febbrile
arde a ciascuno il ciglio.
Passan solenni e da le dense file
4non si leva un bisbiglio.
Toccandosi le mani ognun di loro
cerca il vicin chi sia.
Se i calli suoi non vi segnò il lavoro,
8quella è una man di spia.
Sotto l’aspra fatica e il reo destino
molti son già caduti,
molti il carcer ne tiene od il confino,
12e pur sono cresciuti.
Striscia il gran serpe de la folla oscura
dei ricchi su le porte.
Dentro, nello stupor de la paura,
16si ragiona di morte.
Sbolenfi - 14.