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prefazione | XIX |
degna di lode, che non ce n’è, ma un pretesto per invocare le circostanze attenuanti. Una prefazione che fosse una stroncatura da capo a fondo sarebbe una mostruosità. Proviamoci.
Si potrebbe dire intanto che l’autrice ha fatto bene ordinando queste cose sue in modo che crescano sempre di serietà (!) e di correzione. Parte dalla insanità cercando di salire alla lirica, e in questo successivo progresso è il filo che lega il volume. Bisogna ricordare che si tratta di una pettegola semi-letterata che va raffinandosi a poco a poco. Questo almeno pare che sia il concetto generale e, anche nei volumi di liriche, credo lodevole un legame che costringa le parti diverse. Sia un mazzo di fiori, sia un fascio di stecchi, un vincolo ci deve essere, se no, invece di un mazzo o di un fascio, avremo un mucchio incoerente di spazzatura. M’è sempre piaciuto, anche nelle raccolte di versi, un romanzo che spieghi tutto. Il Canzoniere del Petrarca (se non è peccato mortale ricordarlo qui ed a questo proposito) non è egli dunque un romanzo d’amore? Un concetto unico circola per le