Pagina:Rime di Argia Sbolenfi.djvu/200

166 rime di


Ognuno in queste turpi giornate
     Morde o calunnia, froda o minaccia.
     21Lo sterco e il fango colto a manate
     All’avversario si scaglia in faccia.
     Riddano in piazza, lerci e impudichi,
     24Spie, deplorati, ruffiani e plichi:

E i giornalisti, tinta di loia
     La meretrice penna d’acciaio,
     27Pur che sia piena la mangiatoia
     Vendon la feccia del calamaio
     Per imbrattarne l’onore altrui,
     30Quasi superbo che paghi Lui.

Indi, nell’ora concessa al voto,
     Cupi, nervosi, van gli elettori,
     33Parlando basso col viso immoto,
     Guatando come cospiratori
     E in ogni canto dice un cartello:
     36Votate questo!... Votate quello!...

Entro la sala buia e fetente,
     Sozza la gromma vernicia i muri,
     39E intorno a un desco men che decente
     Seduti in cerchio cinque figuri
     Veglian con l’occhio cogitabondo
     42L’urna di vetro dal doppio fondo.