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prefazione XV

e nessuno dei due nella rappresentazione artistica è immorale. Onorato di Balzac, che non è poi il primo capitato, nell’Avant-propos de la Comédie Humaine, diceva: “Le reproche d’immoralité qui n’ a jamais failli à l’écrivain courageux, est d’ailleurs le dernier qui reste à faire quand on n’ a plus rien à dire à un poète. Si vous êtes vrais dans vos peintures, si à force de travaux diurnes et nocturnes vous parvenez à écrire la langue la plus difficile du monde, on vous jette alors le mot immoral à la face„. — Solo il brutto è immorale.

È perciò che questa studiata ricerca del brutto, del triviale, dell’imbecille, mi irrita. Questa non è più arte, è laidezza, è turpiloquio spregevole; ed ho appunto voluto ricordare il quarto d’ora di notorietà che ebbi in passato perchè si vegga che la disapprovazione non viene da bigotta ipocrisia, ma da convinzione salda intorno alla ragion d’essere dell’arte. E che cosa ha da fare l’arte con queste cretinerie pediculose che s’intitolano romanze, favolette etc.? Anzi è bestemmia solo il ricordare il nome santo dell’arte a questo proposito e il criterio non cor-