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argia sbolenfi 109


     E tu, buono, e sollecito
più de l’altrui che de la tua fortuna,
     a le ribelli viscere
20pronto volasti ad esplorar la cruna;

     nè ti commosse il torbido
occhio che a l’opra tua natura oppose,
     nè d’atre bocche l’alito
24cui tolse il fato d’emular le rose;

     ma la compressa cannula
un tepido zampillo alto sospinse
     che, su l’esempio d’Ercole,
28Caco ne l’antro suo sorprese e vinse.

     Corsero allor le lubriche
linfe la cieca via che a l’Orco immette
     e strani indi scoppiarono,
32da l’opposto emisfer, venti e saette.

Indi a i redenti visceri
un po’ di pepe e sal non parve ostile
ed i mal sani fegati
36riser, purgati da la densa bile.

A voi, ventri purissimi,
che di mal digerirmi avete il vanto,
a voi consacro e dedico
40l’opportuno rimedio e questo canto.