«Deh, colline ridenti, ombroso bosco
lieto d’acque perenni e di piacer;
e voi, labbra di rosa, ora conosco 40in che guai mi travolse un reo pensier!
Deh, affacciati al veron, tu che m’hai detto
— Cavalier, dove vai? Fermati qui! —
Ecco torno pentito, ecco nel petto 44col rimorso, l’amor mi rifiorì!»
Uscì la bionda castellana e china
del memore balcone al davanzal,
non vide un cavalier, ma una latrina, 48un lurido fantasma intestinal.
E disse: — «Alfin la collera celeste,
mossa dal mio pregar, ti castigò!
Scortese cavalier, quella è la peste... 52Lo spedale è più avanti!...» — E se ne andò.