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X | prefazione |
e sciorinò proclami ed allocuzioni da non dire. Ma il Fiacchi fu chiamato a Roma e il signor Pierino tacque.
Il Moscata, che aveva buon fiuto, lo cercò pel suo giornaletto, ma il Fiacchi rispondeva a buona ragione che fuori dell’ambiente bolognese, si sentiva disorientato e che temeva di non far nulla di buono. Moscata insistè e si venne a questo che il signor Pierino Sbolenfi avrebbe scritto come corrispondente dalla capitale; e così fu.
Allora il bel tipo ideato dal Fiacchi rivisse in una serie di lettere datate “dalle rive del Colosseo” che fecero la fortuna del giornale. L’egregio signor Sbolenfi aveva ingrandito l’allegro campo dell’arte sua ed oltre alle amene confidenze delle sue tribolazioni famigliari, ci dava le impressioni romane ricamate sulla tela delle proprie avventure. E lo vedemmo uscire di non so qual Ministero, autocandidato al tempo delle elezioni Giolitti, perdere l’impiego e cercarne un altro per perderlo di nuovo. Lo vedemmo custode dei tempietti municipali sacri alla Dea Cloacina abbandonarsi a meste riflessioni sulle miserie umane ed a giu-